Dico sempre: Leggo da poco.
Amo i libri di seconda, terza, quarta mano, quelli prestati dagli amici, quelli che rubo a chi si è comportato male con me.
Amo leggere da quando qualcuno mi ha insegnato un trucco:
"Se leggi sei meno solo"
Ho imparato la solitudine e la compagnia con un libro, a cuore fermo.
Ho mangiato libri, alcuni li ho risputati perché mi facevano "insostenibilmente" incazzare, mi sono rivista tra le righe di Pessoa, negli stati d'animo dell'Idiota, mi sono innamorata del Colonnello Aureliano Buendia e stalkerato qualcuno come Florentino Ariza, sono nata nel 1984, ho imparato a memoria i libri per non dimenticarli (nel caso andassero bruciati per sempre).
Sono loro che trovano me, quando mi affaccio su una bancarella o in una libreria.
Ho dovuto ammazzare l'amore per poterlo ritrovare in un libro, sono saltata da un ramo all'altro, mi sono dimezzata, sono diventata inesistente... ho recitato Lisbona in un Requiem, viaggiato con Pereira, sono diventata polvere: "Nè carne, nè pesce nè niente".
Ho regalato poesie a gente che sapeva intenderle ma non capirle.
Ho letto, usato e sono stata usata dalle parole.
Amo i libri vecchi, quelli con una storia fatta ad impronte digitali (immaginate quante ce ne sono su quelli antichi), amo anche quelli nuovi perché da te iniziano i ricordi, amo riceverli per regalo, una cosa che ho imparato ad amare da poco.
Amo trovarci dentro segnalibri, foto, biglietti, schedine del totocalcio, cartoline d'amore e di saluti.
L'umanità dimenticata. Le dediche.
Qualche volta amo regalarli... ma solo a chi se li merita.
[caption id="attachment_139" align="aligncenter" width="640"] La macchina dell'Inquietudine di Fernando Pessoa. Fotomia :v[/caption]
#IoLeggoPerché leggere abbassa la febbre del sentire.
2 commenti:
che bello leggerti,gabbianè!
ti lancio un cuore... lo prendi Portulà? :D
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